PARENZO Gente, luoghi, memoria, pubblicato da Itinerari Educativi della Città di Venezia, raccoglie una serie di quadretti che avevo scritto nel corso degli anni per il semestrale “In strada granda” della Famiglia Parentina aderente all’Unione degli Istriani. Questo periodico riporta solitamente numerosi articoli di carattere storico e si sofferma a ricordare ”parentini” illustri. Ma sulle bianche pietre della via Decumana, la Strada Granda, e su quelle adiacenti e meno in vista hanno mosso i loro passi anche le persone più umili, i “parenzani”, pure essi importanti nel panorama cittadino.
Così ho voluto ricordare Nato Vola. Nato diminutivo di Fortunato e Vola soprannome derivato dal fatto che si era cimentato in un volo munito delle ali di dindio. Musina, che significa salvadanaio, era noto per la sua parsimonia. Il Sinter, l’accalappiacani, andava in giro con il lungo arnese con il laccio che non riusciva a tenere nascosto dietro la schiena. I pescatori Nicoleto Nassavecia e Pasqualin Totalina camminavano scalzi. Il professore Pighetti era con la testa nella musica e il dentista Calussi pensava più alla pesca che ai denti dei pazienti.L’organo della cattedrale non avrebbe mai diffuso la sua voce senza la fatica di Zuane che azionava il mantice. La direzione del periodico non ha mai voluto pubblicare il quadretto della Gobasilo. Perché erano ancora vivi dei suoi parenti, mi hanno detto.
A quasi settant’anni dalla mia partenza da Parenzo sono ancora vivi nella mia mente i ricordi di una terra felice, della sua gente, dei suoi luoghi incantevoli, della musicalità della parlata. Ricordi che rendono più penosa la perdita di così grande bene.