Il nostro corrispondente dalla Lessinia ci invia queste immagini di un bene comune in una comunità montana del tutto controcorrente con le immagini del ruba ruba urbano che affollano questa fine dell’anno 2014.
Sui Lessini orientali, in provincia di Verona, la malga Lobbia si estende per circa 800 campi veronesi tra pascolo e bosco nella zona più elevata del Comune di Selva di Progno, a nord di Campofontana. Il nome Lobbia, secondo il parere di uno studioso tedesco, deriverebbe dal bavarese Laube (Irlauban nell’antico alto tedesco) che significa permettere parte del terreno ad uso comune di pascolo.
Questa interpretazione si accorda perfettamente con la secolare fruizione del territorio da parte dei Consorti. Forse qualcuno si chiederà perché si ricorra al tedesco, e per di più alto e antico. Va allora ricordato che dalla fine del XIII secolo i Monti Lessini erano stati colonizzati da una popolazione proveniente dalla Baviera. L’antico idioma è ormai scomparso, ma i toponomi “cimbri”sono rimasti dappertutto.
Il bene comune era ed è goduto dagli abitanti delle contrade della zona settentrionale di Campofontana ed è governato secondo uno statuto che prevede, tra l’altro, che i Consorti devono avere loco e foco, ossia casa e dimora in essa. Per conservare i diritti è necessario risiedervi per quattro mesi all’anno, da giugno a settembre. Con questa regola chi non aveva sufficiente foraggio aveva la possibilità di scendere in pianura a svernare con il suo bestiame.
Il beneficio passa in eredità ai figli capifamiglia con una parte intera e alle figlie con famiglia o zitelle con mezza quota.
Il pascolo della Lobbia è di 100 paghe. Una paga corrisponde ad una vacca;mezza paga ad una manza; 1/4 ad un vitello, due paghe per un cavallo. Una volta la montagna andava all’asta ogni cinque anni. La prima domenica successiva alla sagra di San Rocco (16 agosto), patrono di Campofontana, i consorti si riunivano alla contrada Torneri. Provvedevano una grande quantità di vino, a spese dei consorti, e c’era da bere per tutti.