Decio Dechigi è nato a Parenzo, ridente cittadina della costa istriana, una delle perle del mare nominate da Carducci in Miramar, racconta in agevoli pagine che si leggono con interesse e piacere la sua vita di profugo.
Nel 1947 era fuggito adolescente dalla sua terra occupata dalla dittatura titina. Nel libro, che è quasi un diario, descrive le sue peregrinazioni di studente prima ospite a Roma del collegio dei Figli degli Italiani all’Estero e poi del Collegio Salesiano di Tolmezzo. A Roma “il mangiare era scarso” e, aggiunge con una punta di nera ironia “c’era fame, autentica e prodiga”. Gli Istriani, figli di una terra dura, nei secoli si sono formati nel forte carattere e nella tenacia. Dechigi sfrutta al meglio queste doti nello studio e si laurea in ingegneria meccanica nel 1958. Riesce a farsi assumere alla FIAT, dove lavora in vari reparti. Poi passa alla Zanussi, prima a Pordenone e poi a Scandicci, con incarichi di responsabilità. La sua attività si conclude presso la Direzione Centrale Tecnica Elettrodomestici di Pordenone.
Nel libro di Decio Dechigi gli argomenti che riguardano il periodo degli studi e del lavoro sono intrecciati a continue riflessioni sui principali avvenimenti della politica italiana ed estera. Sono puntualmente riferite le escursioni in bicicletta fatte in compagnia degli amici nella gioventù ricordando le località visitate durante le vacanze. Questa passione per i viaggi e per la conoscenza di nuovi luoghi rimane anche quando ha moglie e figli, riconoscendo dispiaciuto di aver concesso loro poco tempo. Mantiene saldi ed affettuosi i rapporti con i parenti e gli amici. E’ interessante capire come un manager vede i sindacalisti. Non proprio bene, specialmente quelli di Scandicci. Nel suo lavoro professionale incontra soddisfazioni e, talvolta, anche disillusioni. Non si affievolisce mai il suo nostalgico ricordo dell’Istria, “quella nobilissima regione, tutta romana e veneta della gran patria italiana” (ancora Carducci in una nota a Miramar).
Per il suo volume Decio Dechigi è stato proclamato FINALISTA al XXXIII Premio Firenze, Sezione di Narrativa edita, dal Centro Culturale FIRENZE – EUROPA “MARIO CONTI”, con questa motivazione:
“La testimonianza autentica di un uomo che ha perduto la sua terra natale, ma ha saputo trovare i veri valori dell’impegno nello studio e nella professione, in quelli della famiglia. Un esempio di vita, un insegnamento per i giovani ed i meno giovani. Bravo Dechigi, qua la mano”!
La Giuria del Premio Firenze, Firenze 6 Dicembre 2015
Il volume è stato stampato in proprio dall’autore in poche copie. Gli interessati si possono rivolgere a questo indirizzo: Decio Dechigi, via Torregalli 301 – 50143 FIRENZE – Telefono 055/255865.